Progetto “Sprigioniamo sapori”

Cod. 2014.IT.05.SFOP.014/2/9.2/7.1.1/0028Cofinanziato dal Programma Operativo FSE 2014-2020 SICILIA – Avviso n. 10/2016 per la presentazione di operazioni per l’inserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale.

Carcere e Alta pasticceria, Detenuti e Bontà, termini che risultano paradossali ed illogici ma che dentro al Carcere Pagliarelli di Palermo stanno diventando ordinarietà grazie al progetto “SPRIGIONIAMO SAPORI”, promosso dall’Associazione I.D.EA. in partenariato con Associazione Orizzonti Onlus e la Pasticceria Cappello con il finanziamento dalla Regione Siciliana e del Fondo Sociale Europeo.
Il progetto mira, attraverso varie attività (orientamento, formazione, laboratori e tirocini) a favorire il cambiamento nei detenuti per permettere un reale reinserimento nella società civile.
Un’iniziativa complessa, che non tende esclusivamente ad insegnare un mestiere, ma che prevede, così come per gli ingredienti di una ricetta di pasticceria, ad “mescolare” varie attività per giungere al reale inserimento sociale della persona una volta pagato il proprio debito.

Grazie all’esperta guida di maestri pasticceri, coordinati da Salvatore Cappello, 60 uomini e donne detenuti, su 120 selezionati, stanno imparando la millenaria arte della pasticceria siciliana. Un progetto complesso fin dalle prime fasi di selezione essendo una casa circondariale, caratterizzata da un elevato turn over degli ospiti, atipico rispetto a una casa di reclusione. Mediante dei colloqui individuali mirati a indagare la motivazione di ciascuno e a fare una stima del suo probabile periodo di permanenza in carcere un equipe di esperti sta selezionando i 60 destinatari detenuti idonei che potranno sfruttare l’opportunità di partecipare al progetto.La fase formativa che ha già avuto inizio con un primo corso di 600 ore destinato a donne e un corso breve di specializzazione sul “Cannolo siciliano” di 150 ore destinato ad uomini.
Da settembre verranno avviati anche i corsi di specializzazione per esperti in “Torrone”, “Pasta Reale” e “Pupe di zucchero” (un tipico dolce siciliano che affonda le sue origini nella festa dei morti).Al termine della fase formativa, in base a un criterio meritocratico, verranno assegnate delle borse lavoro a coloro che saranno risultati più capaci non soltanto nelle abilità pratiche, ma anche e soprattutto in quelle di relazione: serietà, puntualità, affidabilità, impegno, precisione.Le borse lavoro, infatti, costituiscono soprattutto un’occasione per acquisire alcune regole di comportamento quali il rispetto di tempi e di ritmi preordinati, il riconoscimento dell’autorità, l’abitudine alla collaborazione, al rispetto degli altri, alla comprensione della differenza tra rapporti di amicizia e di lavoro. Il tirocinio, della durata di 12 mesi, infatti prevede il lavoro giornaliero nei laboratori sia interni alla struttura penitenziaria che in pasticcerie private per i soggetti ammessi a misure alternative: è in questa fase che l’apprendimento del mestiere risulterà più approfondito ed è in questo senso che esso si caratterizza quale tappa prodromica rispetto all’inserimento lavorativo all’esterno della struttura penitenziaria. L’integrazione fra il carcere è il suo territorio di riferimento è un elemento imprescindibile, affinché, chi vi passa, possa alla fine del proprio periodo detentivo, trovarsi nuovamente accolto da quello stesso territorio. Re-integrazione e integrazione devono necessariamente passare, quindi, anche attraverso la dimensione umana del carcere e della città che lo accoglie, città quale quella di Palermo, che sta dimostrando grande sensibilità, umanità e attenzione all’iniziativa. Un’attività intensa quella di “Sprigioniamo sapori”, realizzata grazie alla sinergia fra l’Associazione IDEA, Orizzonti Onlus e la Pasticceria Cappello e gli attori «istituzionali» quali il Direttore dell’Istituto, il Comandante della Polizia Penitenziaria e gli educatori, interlocutori fondamentali per la buona riuscita dell’iniziativa. Cannoli, torroni, paste di mandorle, creme e ganasce diventano grazie al progetto “sprigioniamo sapori”, elementi per un sistema penale rieducativo efficace, che non limita il carcere a mero mezzo di neutralizzazione o di isolamento del reo, ma che piuttosto mira a essere un luogo di esecuzione della pena collegato alla comunità in cui opera e attento alle necessità di pacificazione sociale e di reale riduzione del fenomeno criminale e di recidiva dei detenuti.